Arte salvata, arte liberata

Ultimi giorni per visitare la mostra sull’arte liberata a Roma. Un imponente allestimento nelle sale delle Scuderie del Quirinale dedicato ai capolavori strappati alla barbarie della guerra. La storia di donne e uomini coraggiosi quanto generosi che profusero tutte le loro energie per salvare il nostro patrimonio culturale. Protagonisti di leggendari e rischiosissimi trasferimenti realizzati in tempistiche impossibili, con scarsità di personale e di mezzi, nella continua incertezza di uno scenario mutevole che celava insidie sempre nuove. Validi organizzatori, instancabili.

Sono qui riuniti i grandi nomi della storia dell’arte. Per citarne solo alcuni, Piero della Francesca, Guercino, Francesco Hayez, Hans Holbein, Lorenzo Lotto, Luca Signorelli, Paolo Veneziano.

Una cospicua presenza di autori provenienti dalle pinacoteche marchigiane ci aiuta a comprendere l’estensione e la diffusione della nostra arte. Giovanni Baronzio, Olivuccio di Ciccarello, Allegretto Nuzi ne attestano la potente capillarità. Tesori immensi sparsi in ogni provincia che rendevano arduo selezionare, accordare una priorità, decidere cosa fosse più importante salvare e cosa no – le Marche che molto hanno contribuito alla realizzazione di questo evento, sono state una delle principali mete cui avviare il ricovero delle opere da sottrarre alle incombenti distruzioni.

Per me anche un legame che si è idealmente rinnovato dall’incontro con le collezioni di Palazzo Buonaccorsi a Macerata all’inizio di quest’anno. Voltarmi e trovarmi all’improvviso di nuovo davanti a un’opera di Carlo Crivelli è stata un’emozione indescrivibile.

Carlo Crivelli, Secondo trittico di Valle Castellana, 1472 circa (dettaglio),
in prestito dalla Pinacoteca civica di Ascoli Piceno
Guardate quanto amore in queste espressioni e nei gesti /
Castello di Montegufoni, agosto 1944
Luca Signorelli, Crocifissione di Cristo (1500-1505, circa), in prestito dagli Uffizi

C’è una considerazione che letteralmente tallona il visitatore per l’intero percorso della mostra: “Cosa abbiamo rischiato!”. Il mio incontro con le fotografie delle opere d’arte per così dire trincerate, all’inizio del secondo conflitto mondiale, risale alle lezioni del liceo. Ricordo la mia professoressa che, mentre ci mostrava le lugubri riproduzioni in bianco e nero delle armature costruite intorno alle statue, scuoteva la testa dicendo: “Possibile mai che un paese come il nostro, con il patrimonio artistico che possiede, entri in guerra?”. Ecco, appunto, cosa abbiamo rischiato…

E come non pensare di nuovo alla Triennale di Milano del 2018-2019 dedicata alle distruzioni, dove il pubblico veniva accolto da un grande pannello in cui si elencavano i danni di guerra; un’impressionante quantificazione del patrimonio perduto.

Per la presente rassegna sono stati scelti dei fondali di legno che volutamente riproducono e ricordano le casse d’imballaggio dove i nostri capolavori sono stati deposti, trovando ricovero.

Non solo quadri e statue ma anche libri. Emblematico il caso della collaborazione fra l’inesauribile Fernanda Wittgens e la collega Mary Buonanno Schellembrid, direttrice della Braidense, impegnate nella messa in sicurezza del catalogo generale per autori della biblioteca. Intrecci femminili dove si stagliano figure volitive che rasentano la sfrontatezza – qualità in tal caso più che positiva, sollecitata dall’emergenza. La già citata Wittgens, e la fascinosa ma altrettanto risoluta Palma Bucarelli che, a bordo della sua mitica Topolino, scortava i convogli con le opere d’arte da trasferire, o ancora Noemi Gabrielli, una minuta ma coriacea signora di Pinerolo sulle cui spalle gravò la responsabilità di buona parte delle operazioni piemontesi per conto della Galleria Sabauda e dell’Accademia Albertina. 

* Fotografie di Claudia Ciardi ©


Arte liberata, 1937-1947. Capolavori salvati dalla guerra – Scuderie del Quirinale, Roma (16 dicembre 2022 – 10 aprile 2023)

Ibico – Un canto di primavera

Nella poesia lirica corale Ibico (570-522 a.C. circa) occupa una posizione di rilievo. Reggino, appartenente a una famiglia aristocratica, si formò alla scuola del siciliano Stesicoro. Definito come uno dei primi poeti itineranti, soggiornò a Samo, alla corte del tiranno Eace e di suo figlio Policrate. Qui incontrò un altro celebre poeta greco, Anacreonte. Sarebbe stato anche un inventore (e costruttore) di strumenti musicali, tra cui un tipo particolare di lira detto sambuca (così Ateneo di Naucrati, IV, 175).

Secondo una leggenda, morì a causa dell’aggressione di un gruppo di malviventi inseguiti e scovati da uno stormo di gru, grazie a cui il poeta fu vendicato.

Proponiamo qui un suo celebre canto, il fr. 286 P, nella mia traduzione, in quella di Filippo Maria Pontani, per la raccolta dei lirici greci di Einaudi, e infine nelle raffinate rese del filologo Gennaro Perrotta e del poeta Salvatore Quasimodo, per me impareggiabile interprete delle voci greche.

La primavera è una forza vitale che scorre come linfa dentro ogni creatura. Per l’essere umano è il risveglio di Eros, una dirompente bufera, implacabile e drammatica (ἐρεμνὸς ἀθαμβὴς) che scuote e rimescola nel profondo. Si sente qui un’eco di Saffo (fr. 47 Voigt), dove amore è il vento di montagna che precipita nel bosco.

In primavera i meli 
cidonii dalle correnti dei fiumi
abbeverati, dov’è intatto
il giardino delle ninfe,
e i tralci dal sogno nutriti
degli ombrosi germogli, danno il fiore;
né in me amore riposa.
Ma gravido come il vento di Tracia
viene, dai lampi acceso
da Venere ispirato
intrepido, tenebroso scagliando
l’affilata pazzia, e sempre
potentemente il cuore ci sorveglia.

(Traduzione di Claudia Ciardi)

*I meli cidonii sono i meli cotogni. In greco antico prendono il nome dalla città di Cidonia sulla costa settentrionale dell’isola di Creta.

*Il tracio Borea è il vento del nord, la tramontana.

Ibico, fr. 286 P / Testo originale e traduzione di Filippo Maria Pontani da Lirici greci, a cura di Simone Beta, traduzione di F. M. Pontani, Einaudi, Torino 2008

A primavera i meli cotogni,
bevute l’acque vive dei fiumi,
fioriscono nell’inviolato
giardino delle Vergini;
sotto i tralci ombrosi dei pampini
fioriscono i fiori della vite.
Ma per me non dorme Amore
in nessuna stagione:
come la bora di Tracia infiammata di folgori,
così, messaggero di Cipride,
s’avventa con le sue follie ardenti
tempestoso, sfrenato: dalle radici
possiede l’anima mia.

(Traduzione di Gennaro Perrotta)

La versione di Salvatore Quasimodo pubblicata su “Pagine di poesia” / fb

Murales in parole greche – marzo 2023 / fotografia di Claudia Ciardi ©

Incantare. Simboli e figure del magico

Pagina d’illustrazioni tratta da “La magia a Roma”, articolo pubblicato su Storica (National Geographic Italia), luglio 2022

Mentre raccolgo qualche idea sulle tracce della cultura magica nel mondo antico, mi capita di leggere un articolo che mette in guardia da possibili risvolti patologici nel cosiddetto pensiero magico compulsivo. Tutti questi seriosi sostantivi così inanellati mi frastornano; forse l’avvisaglia patologica sta proprio in un lessico così ruvido e respingente. Si dice poi che bisogna fare attenzione a stanare questi sintomi già nei bambini. Un bambino ‘troppo fantasioso’ va monitorato e disinnescato. Che asettica in-civiltà la nostra! Ci sarà anche il rischio di qualche scivolamento psichico, ma si corre pure un pericolo altrettanto grave – se non peggiore – di sterminare degli ingenui moti e bisogni interiori, che sono forse il primo e unico mezzo per un bimbo di comunicare col mondo. Un mondo che può fargli sempre più paura e in cui vorrebbe trovare qualcosa di affascinante (non uso casualmente questa parola, ma la intendo come preciso rimando all’idea del fascino e dell’affatturazione).

Si capisce perché gli studi sull’antichità vivano oggi un momento assai impopolare. Greci, romani, persiani, egiziani erano immersi in simili credenze – certo erano società molto superstiziose, anche – ma avevano di sicuro più rispetto di noi per il dono dell’immaginazione.

Mi ha sempre suscitato apprensione chi attacca qualcuno solo perché si diverte a leggere un oroscopo. Che è peraltro un piacevolissimo divertissement, e oltretutto ci sono astrologi che hanno una capacità di scrittura più fine di altri compunti letterati à la carte. Insomma, l’intolleranza nei confronti della leggerezza, verso aspetti per così dire non immediatamente utilitaristici del vivere, la ritengo molto pericolosa. Fiutare il morbo dappertutto, perfino in un ingenuo momento di ‘piacere magico’ scaturito dal trafiletto astrale di una rivista, cela un intento persecutorio. Così, mentre diciamo di difendere la razionalità, siamo i più irrazionali e maniacali.

Nel mondo antico divinazione, interpretazione dei sogni, poesia, incantesimi e rituali religiosi, astronomia e astrologia erano aspetti vicini, in armonica fusione e comprovata confusione. Certo, non tutto era lecito. Anzi, le leggi sui sospettati di praticare malefici, di utilizzare le proprie conoscenze mediche e botaniche per fabbricare veleni, di attentare alla vita o ai beni altrui con mezzi occulti, erano severe e le punizioni contemplavano fino alla pena di morte. Emblematico il caso delle XII Tavole, il primo corpus giuridico latino. Secondo le autorità la magia era capace di provocare conseguenze nella vita reale, di qui la codifica di norme a protezione dei cittadini. Il pantheon greco-romano annoverava non a caso alcuni dei associati alla dimensione magica, come Hermes, il messaggero divino, che poteva viaggiare fra terra e aldilà, o Ecate, dea della notte e della stregoneria.

Nel periodo imperiale è noto il caso del romanziere Apuleio che non nascose la sua dedizione per le pratiche di magia – probabilmente si interessò ai misteri di Mitra, che dal I secolo a. C., con il ritorno delle legioni da oriente, conobbero a Roma larga diffusione. La stessa religiosità misterica con le sue implicazioni rituali intessute di prove da superare e catarsi finale sono per l’appunto al centro della sua maggiore opera letteraria Le Metamorfosi (o L’Asino d’oro).

La parola mago viene dal greco magos (μάγος) con cui si indicavano i Magi, sacerdoti persiani esperti in arti magiche, ma allo stesso tempo dotti in matematica e medicina. Quella legata ai culti magici è dunque una storia molto longeva che connette fasi diverse delle civiltà antiche nonché spazi geografici alquanto vasti, dalle satrapie orientali all’occidente. I greci ad esempio assimilarono la tradizione egizia di scrivere su piccoli fogli di papiro gli incantesimi, ai quali si accompagnavano ricette o pozioni a base di rare piante esotiche. Celebre l’opera di Fritz Graf, filologo e grande specialista delle religioni antiche, che ha raccolto, analizzato, ricostruito moltissimi aspetti della magia nel mondo greco e romano.

Per gli antichi la parola sprigionava un potere straordinario, cosicché era il medium per eccellenza dell’incantesimo. Una parola plasmata in versi, intonata, cantata. Qualcosa che poteva insinuarsi nella volontà, nel più intimo sentire di qualcuno e fin dentro i suoi sogni, intesi come catalizzatori di desideri, fantasie, disvelamenti; non semplici illusioni notturne ma spazi veri e propri in cui abitava l’anima.

In ambito artistico si segnala una produzione variegata e meravigliosa di oggetti magici dei quali gli amuleti sono forse i manufatti più bizzarri. Teste teriomorfe o figure mitologiche (la Medusa è forse la più frequente) sono al centro di rinvenimenti diffusi in tutte le aree occupate dalla civiltà ellenica e romana. Simili suggestioni si sono tramandate fino ai giorni nostri. Il volto della Gorgone in quanto simbolo ipnotizzante e apotropaico – quindi anche intriso di qualità magiche – ha avuto larghissima fortuna, come soggetto indipendente nelle rappresentazioni d’arte e perfino come logo aziendale. Si pensi alla casa di moda Versace che ha unito la Medusa (scelta dal fondatore Gianni) al leone (idea di Donatella) per la proposta commerciale delle sue produzioni. Entrambe queste creature sono infatti associate a vari livelli nella ritualità romana, portatrici di messaggi ctoni e ultraterreni.

Inchiostro Medusa_ditta Gio Diletti di Brisighella // Adoro questa bottiglia vintage / fotografia di Claudia Ciardi ©

La magia nell’antica Grecia e a Roma – Articolo di Eleonora Fioletti su Frammentirivista

Risolto il mistero della testa di toro nella vasca magica etrusco-romana di San Casciano dei Bagni – Su StileArte

I leoni antichi – simbologia – Museo Monteleonesabino

L’antropologia letteraria di Carlo Levi

Meraviglioso Carlo Crivelli

Carlo Crivelli, Madonna del latte, 1472 circa

C’è tempo ancora fino al 12 febbraio per immergersi nelle relazioni meravigliose di Carlo Crivelli a Palazzo Buonaccorsi (Macerata).

Una sede affascinante protagonista di un imperdibile omaggio al genio del pittore che amò l’interno delle Marche, luogo di Sibille e paesaggi incantati, al punto da legarvi carriera e vita.

Grande escluso dalla biografie vasariane, la personalità di Crivelli è forse tra le più sfuggenti nella storia dell’arte, complice anche l’infelice smembramento e dispersione subiti da molte delle sue opere.

In questa rassegna sono riuniti alcuni dei suoi maggiori capolavori oggetto di recente restauro.

Diceva Roberto Longhi che «l’opera d’arte non sta mai sola, è sempre un rapporto» (1950). Con lo spazio, con il tempo, con chi la osserva. Una relazione di volta in volta straordinaria e irripetibile come la vita di chi l’ha creata. Tanto che andare in visita in un luogo, decidere di avere un incontro con un artista in un contesto anziché in un altro, non sono scelte neutrali. Il luogo, il momento, la narrativa di un certo evento concorrono all’esperienza. Non è un caso che questa rassegna al Buonaccorsi sia introdotta proprio dalla citata riflessione di Longhi che peraltro ne ispira il poeticissimo titolo.

Protagonista del cosiddetto rinascimento adriatico, Crivelli ebbe con il territorio marchigiano un legame d’elezione, tanto che queste zone rappresentano per lui un museo diffuso, testimonianza vivente della sua creatività.

Una sala-Wunderkammer di Palazzo Buonaccorsi

E dove potevo trovare realizzata la mia idea di Wunderkammer al museo? Certamente qui, tra singolari atmosfere e magia.

Sarà che al primo incontro con i pittori pistoiesi fui battezzata all’istante “mani crivelline”, il che mi fece un po’ l’effetto dei nomi degli indiani d’America: nube che corre, nata sotto la luna, vento tra i capelli. Una cosa del genere.

Per me, dunque, l’affinità con Carlo Crivelli è di vecchia data e di natura del tutto singolare.

Fotografie C. Ciardi ©

Si veda anche il mio articolo:

Di foglie, Sibille e arte profetica

Su Touring Club Italia:

Crivelli e le Marche, una relazione meravigliosa

Terre nostre

In questo periodo, con l’avvicinarsi delle festività, assistiamo a una variegata offerta commerciale, anche nella cultura. Dopo il tempo sospeso e le interruzioni della pandemia è chiaro che si cerchino ripartenze un po’ in tutti i settori, ivi incluso quello creativo e dell’intrattenimento. Sebbene l’atmosfera anche adesso non sia delle più rosee, tra costi lievitati e meccanismi rallentati (la lunga coda delle incertezze scaturite dalle chiusure e rinfocolate dagli eventi internazionali) che impensieriscono operatori e fruitori.

Ciononostante, anzi proprio per le difficoltà che ancora persistono, è bello ricordare che sono in corso iniziative assai pregevoli nelle nostre province, le quali non riescono forse a raggiungere la risonanza di altri eventi, sostenute come sono da partnership pur importanti ma di non ampia esposizione mediatica. Appena fuori dalle “vie commerciali” troviamo tesori affascinanti e ricchissimi frutto di progetti ingegnosi, pieni di umanità e vivaci immaginazioni. In un quotidiano che mostra sempre e solo un volto arido e incline a disorientare, l’incontro con questi luoghi fa bene all’umore e alla mente.

Penso alla mostra in corso a San Giovanni Valdarno (Museo Terre Nuove e Museo della Basilica), Masaccio e Angelico. Dialogo sulla verità nella pittura (nell’ambito degli Uffizi diffusi), al Tiziano esposto in buona compagnia di Tintoretto e Veronese negli spazi del San Francesco di Cuneo (luogo pieno di suggestioni) e alla rassegna su Carlo Crivelli nelle sale di Palazzo Buonaccorsi a Macerata. Tre perle all’insegna della spiritualità, della vicinanza ai territori, di un raccoglimento necessario mentre la tempesta continua a scuoterci; tre antidoti contro un tempo richiuso su se stesso.

Il Valdarno (fra le altre eccellenze San Giovanni è anche la patria di Masaccio) in autunno e inverno mostra i suoi colori più affascinanti, e i sangiovannesi sono belle persone con il dono dell’accoglienza, come di solito accade nelle cosiddette “terre nuove” (grazie, amici, per l’utile catalogo che mi avete regalato e per esservi offerti di farmi da guida!).

Siate vicini alle vostre terre, perché c’è bisogno di radici, di memoria, di bellezza. Per risollevarsi c’è bisogno di immaginazione, non mi stanco di ripeterlo. È la nostra mente, l’energia della nostra mente che riversata all’esterno fa leva, scrolla, produce. Quando prima dell’estate sono andata in visita a Santa Maria a Monte ho visto molti “segnacoli” del progetto Terre di Pisa e ho pensato che queste iniziative messe in campo dai borghi per legare a doppio filo, arte, artigianato, piccole produzioni locali, turismo andrebbero vissute ancora di più. Vanno rese vive, nel senso di partecipate, bisogna divengano poli condivisi, aperti, cantieri di studio, ricerca, luoghi di confronto: musei, archivi, laboratori, scuole sono chiamati ad aprirsi il più possibile e cercare scambi, e auspicabilmente un’osmosi ampia, un’alleanza fra diverse progettualità territoriali. Perché c’è urgenza di creare lavoro, reclutare, assorbire risorse umane con immediatezza e certezza, non solo pensando al paio di concorsini da bandire ogni tanto, con i soliti metodi, le solite panie, esigendo dai concorrenti una formazione tutta a loro carico, impegolata anche quella e a rischio senescenza, rifacendosi a modelli ormai superati sul piano delle necessità economiche, della spinta tecnologica che non si può ignorare, dei profondissimi cambiamenti in atto in ogni settore.

Tornando sui tracciati del lungo percorso di studi neogotici e dei progetti messi in campo tra mostre e scritture in un confronto pluriennale, ho immaginato che ad esempio i Beni faro piemontesi potessero incontrare cammini d’arte e itinerari nei castelli di regioni limitrofe o anche lontane. Territori che verrebbero a intersecarsi, iniziative che ne genererebbero altre e potrebbero portare occupazione. Sul fronte delle materie umanistiche mi vengono in mente tante identiche possibilità di dialogo con altri settori scientifici e con attività di rilancio dei luoghi. Quando ad esempio ho partecipato alle giornate di Terra di Virgilio, nel mantovano, il programma aveva fatto da fulcro non solo ad altri eventi sulla poesia contemporanea ma anche a iniziative per il sociale, intrecciandosi con le visite ai beni culturali (dei bambini accompagnavano gli ospiti descrivendo i monumenti); giornate in cui città e dintorni si erano completamente aperte agli ospiti, determinando uno scambio di saperi e un coinvolgimento molto esteso. La socialità è un’altra dimensione importante che queste cose generano e di cui abbiamo estremo bisogno.

Penso ci siano tante cose da fare, soprattutto se vogliamo offrire qualche prospettiva concreta ai più giovani; propinare loro un percorso scolastico standard preconfezionato, che in Italia per giunta è ad alto rischio di impaludarsi, a maggior ragione ora che lo scivolamento in zone di povertà non è più un’ipotesi remota, significa voltare le spalle. Ci vogliono idee, flessibilità mentale, bisogna capire la portata dei mutamenti in atto e interpretarli. Senza immettere queste cose nei percorsi formativi, senza conteggiarli in risorse, sarà ben difficile creare altro lavoro.

Intanto immergersi nei nostri borghi, avvicinare i luoghi della spiritualità, stare accanto a cose belle e profonde aiuta a riflettere.

San Giovanni Valdarno, Museo della Basilica
Beato Angelico, Annunciazione, 1430-1432
  • Masaccio e Angelico, Museo delle Terre Nuove/Museo della Basilica a San Giovanni Valdarno, fino al 15 gennaio 2023
  • Le relazioni meravigliose, Carlo Crivelli a Palazzo Buonaccorsi di Macerata, fino al 12 febbraio 2023
  • Tiziano, Tintoretto, Veronese, al San Francesco di Cuneo, fino al 5 marzo 2023

Un tempo di natura prima che il tempo finisca

Il titolo dell’ultimo lavoro di Michele Pellegrino è più che eloquente e getta uno sguardo sul rischio di una perdita definitiva. L’essere umano infatti sembra vicino, come mai in passato, alla fine dei tempi. Il Novecento ha affilato le sue armi – armi terribili, congegnate per la distruzione di massa – attraverso cui molte stragi e devastazioni ha messo in atto. Nonostante l’umanità sia rimasta così a lungo sospesa sul baratro, tanto da pensare che avesse fissato nella propria mente ogni più atroce efferatezza che lì sia avvenuta, anziché prenderne le distanze pare ancora oggi esserne fatalmente condizionata.

Può darsi che questa sensazione di fine dei tempi sia stata anche delle generazioni che ci hanno preceduto. Certo, la seconda guerra mondiale dev’essere apparsa alla maggior parte come un’apocalisse, di sicuro la sua immagine terrena meglio riuscita.

La raccolta del grande fotografo piemontese appena pubblicata da Mondadori-Electa è una struggente riflessione sulla labilità, lo scivolamento che si va consumando, una caduta che si direbbe inarrestabile ma pure reca in sé la traccia per un’inversione di rotta. Basterebbe tanto poco, ad esempio iniziare ad ascoltarsi e posare gli occhi sull’incanto della natura, per volgere in meglio le nostre energie così disperatamente rivolte all’autodistruzione.  

Le Langhe, terra madre di Pellegrino, possono dirsi un osservatorio d’elezione per ragionare intorno a questo tema, in cerca di una risposta che forse sa un po’ di oracolo, non nel senso dell’infallibilità che agli oracoli si accompagna, piuttosto per l’intuizione e la limpidezza che viene da certe voci.

In una prossimità emotiva che attiene anche ai miei percorsi di scrittura fin qui intrapresi, si segnala la citazione dello studio su Paula Modersohn-Becker nelle note che introducono a questo lavoro. Le iniziative che in alcune zone del Piemonte – e non soltanto qui – si stanno portando avanti sia in architettura che nelle arti (recupero delle borgate, progetti di comunità, partecipazione di diverse personalità creative ai lavori di studio e ricerca per la loro realizzazione) rimanda, pur in contesti diversi e in una fase storica mutata, ai collettivi fondati in diversi luoghi d’Europa fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento – a partire dalle esperienze antecedenti di Barbizon – accomunati dal desiderio di un ritorno a un più autentico rapporto con la natura.

Si riporta integralmente la nota in oggetto con riferimento a Paula Modersohn-Becker e a uno spirito culturale che merita senz’altro di essere approfondito anche alla luce della complessa fase storica che stiamo attraversando.  

«È peraltro uno dei grandi temi dell’arte ottocentesca, dal romanticismo al neogotico, che nella radice romantica ha trovato nutrimento. Le comunità o colonie artistiche da Barbizon in poi, passando per Pont-Aven, fino ad arrivare a Murnau, Sylt, Worpswede nacquero come ritiri alla ricerca di un più genuino rapporto fra natura e persone. Si veda a proposito di questi intrecci una personalissima declinazione espressa in pittura da Paula Modersohn-Becker, illustrata dal saggio di Claudia Ciardi, Ut pictura poësis. Arte, parola e metamorfosi di Paula Modersohn-Becker, rivista «Incroci», semestrale di letteratura e altre scritture, numero 45, anno 2022, pp.118-131».

Peraltro in contiguità con l’approfondimento dei rapporti su letteratura ed arte, nel cui ambito questa trattazione ha posto in rilievo lo scritto di Elsa Morante su Beato Angelico.

Dalla prefazione di Daniele Regis, La poetica della luce, p. 27 (note 28 e 29) in Michele Pellegrino, Prima che il tempo finisca, Mondadori-Electa_Photo, 2022, edizione bilingue (italiano-inglese).


Si rimanda alla scheda della pubblicazione:
https://www.electa.it/prodotto/prima-che-il-tempo-finisca/

Padlet_a cura di Claudia Ciardi

Paula Modersohn-Becker – Frauenkopf im Profil, Testa di donna di profilo – non datato, forse 1899

Due bacheche collegate ai temi del blog «Margini in/versi», costruite, diffuse e liberamente condivise attraverso gli strumenti offerti da padlet.

Una dedicata alle più recenti segnalazioni a tema arte, libri, notizie dal mondo culturale.

https://padlet.com/margini_inversi/Bookmarks

Un’altra incentrata sulla personalità di Paula Modersohn-Becker e la pittura dell’Ottocento al fine di divulgare l’opera e il messaggio delle comunità artistiche di un periodo estremamente poliedrico nella storia dell’arte.

https://padlet.com/margini_inversi/Paula_Modersohn_Becker


Qui le copie .pdf da scaricare aggiornate a settembre 2021

margini inversi>>>>>>vissi d’arte

margini inversi>>>>>>Paula Modersohn-Becker

Articoli, saggi, scritti letterari

Un elenco dei principali articoli, saggi e scritti letterari di cui
sono autrice o coautrice.
Vengono inoltre menzionati i maggiori organi culturali
che hanno contribuito a divulgare
il mio lavoro.

Il fascicolo LXXIII di «Atti e rassegna tecnica», n. 1 (aprile 2019) dedica una sezione agli eventi che hanno accompagnato il bicentenario della nascita dell’architetto Giovanni Battista Schellino.

Il quaderno numero 171-172 di «Erba d’Arno», rivista diretta da Aldemaro Toni e sostenuta dalla CR Firenze, ospita un mio saggio dedicato alla poesia e ai meccanismi di fruizione dell’opera d’arte: L’arte e l’archetipo. Specchio di vita immortale.

Su «Incroci» numero 47, giugno 2023, Adda Editore, un mio lungo saggio (pp. 80-95) dedicato ai progetti di cultura diffusa e all’analisi di possibili differenti modelli economici, orientati da tali iniziative e dagli spunti creativi che sono in grado di produrre. In accompagnamento quattro miei inchiostri inediti tratti dalla serie dei “Cieli”. Estratto breve del mio contributo/ ISSN 2281-1583.

Alcuni miei articoli e saggi sono citati nelle seguenti pubblicazioni: Michele Pellegrino, Prima che il tempo finisca, Mondandori Electa_Photo 2022, edizione bilingue italiano-inglese, prefazione di Daniele Regis, La poetica della luce, p. 27 (note 28 e 29); Michele Pellegrino, Cartusia Vallis Pisii, Imprimere Stampa FineArt e JollyGraf (Boves-Mondovì), 2023, testo di Daniele Regis, Una promenade visiva tra architettura, paesaggi e spiritualità, p. 27 (nota XIX); Michele Pellegrino, Io il covid e le nuvole, Mondadori Electa_Photo 2024, edizione bilingue italiano-inglese, prefazione di Daniele Regis, Storie di vita e di sguardi. Intervista impossibile a un amante delle nuvole, p. 26 (nota 22).

Sulla Rivista «Incroci» numero 46, dicembre 2022, Adda Editore, pubblicati i contributi a firma di Daniele Regis e Claudia Ciardi sul neogotico e la taumaturgia dell’arte. Si torna a esplorare il nesso tra linguaggi figurativi e scrittura con un’analisi della capacità di curare insita nelle opere d’ingegno.
Titoli dei saggi: Daniele Regis, La cancellazione della storia e le sue resistenze. Schellino e l’igiene come metafora urbana; Claudia Ciardi, Un sogno neogotico: Schellino e la taumaturgia dell’arte.
Queste trattazioni sono state condotte e sviluppate in sinergia con le attività scientifiche del Politecnico di Torino (dipartimento di Architettura e design), il lavoro di ricerca sviluppato nell’ambito degli studi neogotici per “Schellino 200”, il dipartimento di scienze umane dell’Università di Bari “Aldo Moro” che ha concepito il progetto “Malattia, parola, città”.
Estratto breve dell’articolo di Claudia Ciardi/vista fronte-retro della pubblicazione/codice ISSN.

Un’assolata domenica nella periferia di Torino, davanti alla fabbrica della Thyssen. A dieci anni esatti dall’incidente un mio pezzo in ricordo delle vittime e dei loro familiari (2007-2017).
Grazie a «Il Grandevetro» per averlo pubblicato sul suo sito (febbraio 2018).

Sul numero 14 (dic. 2017) di «Archalp» periodico dello I.A.M – Istituto di Architettura Montana (Politecnico di Torino) – un articolo a firma di Daniele Regis ripercorre gli eventi (mostre, convegni, letture pubbliche) ospitati da rifugio Paraloup (CN) dal 29 settembre al 1° ottobre 2017. Si parla anche di Alpi Apuane, dei miei “Taccuini giapponesi” e del mio poema inedito “Un nodo infinito”.

Sulla Rivista «Incroci» numero 45, giugno 2022, pubblicata da Adda Editore, un lungo saggio che presenta in anteprima alcuni dei risultati di studio e ricerca sul fondo manoscritto della pittrice tedesca Paula Modersohn-Becker, a cura di Eleonora Beltrani e Claudia Ciardi.
Ut pictura poësis. Arte, parola e metamorfosi di Paula Modersohn-Becker.
Incipit dell’articolo/vista fronte-retro della pubblicazione/codice ISSN.

Nell’ambito del Premio Internazionale Apollo Dionisiaco (Roma, 2021), dedicato alla poesia e all’arte, con il patrocinio del Comune di Roma, dell’Università di Roma Tre e dell’Istituto italiano di cultura di New York, l’antologia edita online a cura della professoressa Fulvia Minetti, presidente del premio, ospita una mia poesia entrata nella rosa dei cinquanta testi selezionati dalla giuria.

Antologia proustiana 2021 edita da «La Recherche». In occasione del compleanno di Marcel Proust e dei 150 anni dalla nascita esce l’antologia proustiana “Sette quadri da La Prigioniera” cui partecipano 86 autori. Il mio racconto “Una meditazione a Spinalonga” si ispira in parte alle suggestioni di Spoon River ed esplora il senso di solitudine che colpisce il malato. Auspicando un riscatto di questa, come di ogni condizione che reprime l’umana libertà, in nome della poesia. Prendetene e leggetene tutti.

Sul notiziario CDP (Centro Documentazione di Pistoia), numero 254, marzo-ottobre 2017, una delle mie traduzioni dalla selezione di poesie di Alfred Lichtenstein, in gran parte inedite in Italia, apparse sulla rivista «Incroci», numero 34, Adda editore (luglio-dicembre 2016). Per consultare gli altri numeri del CDP che hanno menzionato il mio lavoro si rimanda alla rassegna stampa di Margini in/versi, presente sull’omonima pagina fb.

Rivista «Incroci» n.° 34. Nell’ambito delle iniziative culturali per il centenario della Grande Guerra, viene pubblicata la mia traduzione di alcune liriche inedite in Italia del poeta tedesco Alfred Lichtenstein, accompagnate da un mio saggio di commento: Un poeta costretto a essere soldato , luglio-dicembre 2016, pp. 18-28.
Si rimanda al sito di Adda editore per consultare e acquistare il numero.

ELSG II. Quartal 2015. L’organo di stampa della Else Lasker-Schüler Gesellschaft parla di Konzert-Concerto, Via del Vento edizioni.

Rivista «Incroci» n° 31. Semestrale di letteratura e altre scritture. Un inedito di E. L.-Schüler tradotto da Claudia Ciardi e Katharina Majer, con un breve saggio a cura di Claudia Ciardi. Mario Adda Editore, gennaio-giugno 2015.
Si rimanda al sito di Adda editore per consultare e acquistare il numero.

«Alibi Rivista» n° 9 (aprile-giugno 2015), Marginalia editore.
Slum pastiche di Claudia Ciardi. Omaggio al Finnegans Wake di Joyce. Versione cartacea acquistabile su Lulu.com.
Numero consultabile sul blog della rivista.

Rivista «Poesia» (Crocetti), n° 301, Catherine Pozzi. Inno alla notte, a cura di Claudia Ciardi. Un articolo dedicato alla grande poetessa francese accompagnato da una ricca selezione di poesie tradotte da Claudia Ciardi, pp. 36-46, febbraio 2015.
Incipit dell’articolo
Sommario della rivista

Rivista «Incroci» n° 29. Semestrale di letteratura e altre scritture. Un inedito di Joseph Roth tradotto da Claudia Ciardi e Katharina Majer, con un saggio a cura di Claudia Ciardi – I disastri della guerra: espressionismo e clownerie nell’opera di Roth, pp.6-16, Mario Adda Editore, gennaio-giugno 2014.
Si rimanda al sito della casa editrice per acquistare il numero.

La rivista online «Mumble» pubblica un mio racconto: Grottesca, 11 giugno 2013.

La frontiera in crisi. Storie di pionieri e dei loro cantori nella “terra delle possibilità”, prefazione al libro scritto da Aldo Tredici, Il sogno e la realtà. Bruce Springsteen e l’America, Luglio editore, Trieste, 2013, ISBN 9788868030308, euro 15,00.
Qui gli estremi della pubblicazione e il testo del mio articolo
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Su «UA 3p – Università aperta», numero 1, anno XXIII, gennaio 2013, Progetto Europa. La metropoli come volontà e rappresentazione.

I miei articoli, già apparsi sulla rivista «Leggendaria», raccolti nell’archivio ESSPER, periodici italiani di economia, scienze sociali e storia. L’elenco dei miei articoli nell’archivio ESSPER, a cura della Liuc (Università Carlo Cattaneo).

Diversi miei contributi sono usciti sulla rivista «Leggendaria». Direttrice responsabile, la giornalista Anna Maria Crispino. Ulteriori dettagli sulle pubblicazioni nei post dedicati di Margini in/versi. Leggendarie su Margini in/versi.

La mia prefazione al catalogo della fotografa Chiara Romanini, La Valse/ Dimore perdute (giugno 2019), versione italiana e tedesca: Una soglia in penombra ; Eine Schwelle bei schwachem Licht (traduzione dall’italiano al tedesco di Claudia Ciardi; revisioni di André Schneider).

Su «Leggere donna», n. 152, luglio-settembre 2011, la mia recensione del romanzo di Helga Schneider, Heike torna a respirare. ISSN 1122-4975.

«Stemma di un vagabondaggio». Plaquette di Gattili edizioni. Tribute to Gertrud Kolmar and Walter Benjamin. Collana curatori-autori/ Series of editors-authors, n° 1, Gattili edizioni. Stemma di un vagabondaggio – Wappen einer Wanderung – A coat of arms for a pilgrimage.

Su «ViviSaar – Das deutsch-italienische Kulturmagazin im Saarland» parlo delle mie ricerche in un’intervista curata da Elisa Cutullè (ottobre 2012).

Rivista «Testuale» n° 49, direttore responsabile Gio Ferri. Special thanks to Mary de Rachewiltz. «Flux et Reflux. Rotte per l’OltreAmerica», Anterem edizioni, gennaio 2012, pp. 47-61.

Rivista «Il Segnale» n° 91. Quadrimestrale dell’editrice Dispari, anno 2011-2012. Pubblicazione del racconto breve «Ianus», pp. 53-55. ISSN 03939464.

Dal mito antico al grido espressionista. Spunti per una lettura dei Cantos di Ezra Pound. In “Annali dell’Accademia dell’Ussero”, Odeongrafica, 2011. Draft and text of a public lecturing on Expressionism and Ezra Pound, with a reading from the Pisan Cantos. Evento pubblicizzato su «Il Tirreno».
>>>>>> Riproposta di lettura: Inscriptio vastitudinis (marzo 2022)

Archivio tesi ETD Unipi – Claudia Ciardi, Le Erinni sulla scena tragica: percorsi di un immaginario, 2009

Nota bibliografica

*Le principali pubblicazioni che ho curato, revisionato o a cui ho contribuito.

Walter Benjamin, Liberami dal tempo [Enthebe mich der Zeit]. Una selezione di poesie dello scrittore tedesco Walter Benjamin, curata da Claudia Ciardi. Plaquette di 36 pagine. Volume numero 44, pubblicato nella collana «Acquamarina».
ISBN 978-88-6226-052-7, Via del Vento edizioni, Pistoia, ottobre 2011, € 4,00.

Georg Heym, Ci invitarono i cortili [Die Höfe luden uns ein]. Una selezione di poesie, per lo più inedite in Italia, del poeta espressionista tedesco Georg Heym, curata da Claudia Ciardi, in collaborazione con Angela Staude Terzani. Plaquette di 36 pagine. Volume numero 45, pubblicato nella collana «Acquamarina». ISBN 978-88-6226-056-5, Via del vento edizioni, Pistoia, dicembre 2011, € 4,00.

Robert Musil, Narra un soldato e altre prose [Ein Soldat erzählt], a cura di Claudia Ciardi, traduzione di Claudia Ciardi e Elisabeth Krammer. Cinque prose inedite in Italia del grande narratore austriaco. Collana «Ocra gialla». ISBN 978-88-6226-066-4, Via del Vento edizioni, Pistoia, novembre 2012, € 4,00.
*Selected Book for Kulturraum Klagenfurt Leseplatz – Sommer 2013

Catherine Pozzi, Nyx e altre poesie, cura e traduzione di Claudia Ciardi. Una selezione di poesie e una prosa, inedita in Italia, della grande poetessa francese. Volume n° 48 nella collana «Acquamarina». ISBN 978-88-6226-068-8, Via del Vento edizioni Pistoia, dicembre 2012, € 4,00.

Joseph Roth, L’incantatore e altre prose [Der Zauberer], a cura di Claudia Ciardi, traduzione di Claudia Ciardi e Katharina Majer. Otto prose inedite in Italia del grande narratore austriaco. ISBN 978-88-6226-073-2, Via del Vento edizioni, Pistoia, ottobre 2013, € 4,00.

Else Lasker-Schüler, Concerto e altre prose sull’infanzia [Konzert], a cura di Claudia Ciardi, traduzione di Claudia Ciardi e Katharina Majer. Cinque prose inedite in Italia della grande poetessa ebrea tedesca. ISBN 978-88-6226-079-4, Via del Vento edizioni, Pistoia, settembre 2014, € 4,00.

Lou Andreas Salomé, Una notte [Eine Nacht], a cura di Claudia Ciardi, traduzione di Claudia Ciardi e Katharina Majer. Un racconto inedito in Italia della grande studiosa Lou Salomé, moglie dell’orientalista Carl Andreas e amica dei maggiori intellettuali tedeschi del Novecento. ISBN 978-88-6226-079-4, Via del Vento edizioni, Pistoia, giugno 2015, € 4,00.

Lou Andreas Salomé, Lungo il cammino [Unterwegs], a cura di Claudia Ciardi, traduzione di Claudia Ciardi. Un racconto inedito in Italia della grande studiosa Lou Salomé, moglie dell’orientalista Carl Andreas e amica dei maggiori intellettuali tedeschi del Novecento. ISBN 978-88-6226-079-4, Via del Vento edizioni, Pistoia, aprile 2016, € 4,00.

Thomas Mann, Sedute spiritiche [Okkultistische Sitzungen], cura e traduzione di Claudia Ciardi, pag. 44. Quattro prose inedite in Italia sui temi dell’occultismo e del viaggio, scritte da Thomas Mann, considerato (insieme a Marcel Proust, Virginia Woolf, Robert Musil) uno dei maggiori letterati del Novecento. ISBN 978-88-6226-093-0, Via del Vento edizioni, Pistoia, agosto 2016, € 4,00.

Con lungimiranza e passione Dario Bellini, responsabile di Gilgamesh Edizioni, pubblica l’antologia dei poeti premiati e segnalati al concorso “Terra di Virgilio”, nell’ambito delle iniziative tenute a Mantova, capitale italiana della cultura 2016. Premio nazionale di poesia “Terra di Virgilio”, seconda edizione. Autori vari. Gilgamesh Edizioni, Mantova, maggio 2016 ISBN 978-88-68 67-152-5, € 10,00.

Max Klinger, L’incanto della vita, cura e traduzione di Claudia Ciardi, pag. 40. Una selezione di pensieri sull’arte tratti dal famoso saggio “Malerei und Zeichnung” di Max Klinger, uno dei massimi incisori dell’Ottocento e Novecento, fra i protagonisti della Secessione di Berlino. ISBN 978-88-6226-091-6, Via del Vento edizioni, Pistoia, dicembre 2016, € 4,00.

L’antologia delle opere finaliste di “Il Carro delle Muse 2016”, premio letterario internazionale al femminile. Con il sostegno della Società Dante Alighieri, sezione di Bolzano. La Greco & Greco editori di Milano raccoglie in volume le voci di tutte le donne che hanno partecipato alla serata del Teatro Navalge (Moena, 24 settembre 2016). Un ringraziamento speciale anche alla straordinaria madrina dell’evento, Mary de Rachewiltz, figlia di Ezra Pound. ISBN 978-88-7980-752-4, € 14,00.

Else Jerusalem, Liberazione e altre prose inedite [Erlösung], cura e traduzione di Claudia Ciardi, pag. 40. Tre prose, che rappresentano tuttora i suoi primi scritti mai pubblicati in Italia, della narratrice austriaca Else Jerusalem (1876-1943). ISBN 978-88-6226-095-4, Via del Vento edizioni, Pistoia, dicembre 2016, € 4,00

Käthe Kollwitz, Davanti alla mia porta, cura e traduzione di Claudia Ciardi, pag. 44. Pensieri sull’arte e la vita tratti dai diari di una grande dell’incisione tedesca, stimata e riconosciuta da Max Klinger che le conferì il premio Villa Romana (Firenze). ISBN 978-886226-099-2, Via del Vento edizioni, Pistoia, novembre 2017, € 4,00.

Heinrich Mann, Il tiranno [Der Tyrann], cura e traduzione di Claudia Ciardi. Due racconti inediti in Italia di Heinrich Mann, fratello del più celebre Thomas e autore del romanzo Il professor Unrat, noto come L’angelo azzurro, dall’adattamento cinematografico. Pag. 44, ISBN 978-88-6226-101-2, Via del Vento edizioni, Pistoia, dicembre 2017, € 4,00.

Lou Andreas Salomé, Questo più umano amore – Tre racconti inediti, cura e traduzione di Claudia Ciardi. Si divulga per la prima volta in Italia un lavoro che illumina il versante narrativo, finora minimamente esplorato nel nostro paese, di una delle voci più affascinanti nel panorama culturale tedesco d’inizio Novecento. Pag. 104, ISBN 978-88-6222-614-1, Stampa Alternativa, Viterbo, marzo 2018, € 14,00.

Paula Modersohn-Becker, Dentro la vita. Pensieri sull’arte. Una selezione di prose tratte dai diari e dalle lettere della pittrice tedesca che ispirò il primo espressionismo e che insieme al marito Otto Modersohn animò la colonia artistica di Worpswede. Sensitiva, tenace, intensa la sua personalità si riversa negli accenti di una scrittura di grande forza lirica. A cura di Claudia Ciardi, pag. 44, ISBN 9788862261067, Via del Vento edizioni, Pistoia, dicembre 2018, € 4,00.

Stefan Zweig, Il commediante trasformato [Der verwandelte Komödiant]. Un testo teatrale di Stefan Zweig, inedito in Italia, scritto per i più noti attori dell’epoca, acclamati sulle scene del Burgtheater. Un pezzo dal ritmo serrato e i toni cristallini che riflette sul recitare come momento di profonda verità e rivelazione della vita. Cura e traduzione di Claudia Ciardi, Via del Vento edizioni, Pistoia, giugno 2019,
ISBN 978-88-6226-109-8, € 4,00.

Konstantinos Kavafis, Una notte a Kalinteri [Mία νυξ εις το Kαλιντέρι], cura e traduzione di Claudia Ciardi, Via del Vento edizioni, Pistoia, novembre 2020. In nuova traduzione alcune rarissime prose di Kavafis che ci aiutano a far luce sul rapporto tra questo celebre letterato greco e i poeti italiani. Da Giuseppe Ungaretti, che lo frequentò, a Eugenio Montale, che lo ha tradotto e divulgato, a Guido Ceronetti, che amava recitarne i versi nei cortili di Torino. Un legame antico quello tra poesia greca e italiana. Per citare un esempio su tutti: la madre di Ugo Foscolo parlava dimotikì. Questo dettaglio biografico non si è mai posto in sufficiente risalto, eppure è fondamentale per comprendere l’incredibile lavoro linguistico del poeta di Zante. Per la prima volta Via del Vento edizioni rende omaggio alla letteratura neogreca. ISBN 978-88-6226-116-6, € 4,00.

[Online]: Il mio brano Una meditazione a Spinalonga nell’antologia proustiana a cura della redazione di La Recherche per i 150 anni di Marcel Proust [https://www.larecherche.it/public/librolibero/Sette_quadri_da_La_Prigioniera_di_AaVv.pdf]

Una mia poesia segnalata al premio “Apollo dionisiaco” (Roma 2021) per la poesia e l’arte contemporanea nella raccolta pubblicata sul sito accademiapoesiarte.com [https://www.accademiapoesiarte.com/claudia-ciardi]

Hugo von Hofmannsthal, Il soldato Schwendar. Prose sparse inedite in Italia [Soldatengeschichte. Verstreute unveröffentlichte Prosa in Italien], cura e traduzione di Claudia Ciardi, Via del Vento edizioni, Pistoia, settembre 2021, pag. 48, ISBN 978-88-6226-117-3, € 4,00.

Giovanni Battista Schellino (1818-1905), autori vari, Sagep Editori, Genova, 2021. Volume collettaneo che raccoglie i percorsi di ricerca sviluppati a partire dal convegno internazionale tenuto in Langa nel dicembre 2018, ospite il giornalista e critico d’arte Andrew Graham-Dixon.
Qui la scheda di presentazione. //
Un estratto della cartella stampa per “Schellino 200” da cui la pubblicazione ha preso le mosse.
ISBN: 978-86-6373 -973 -6, € 30,00.

Il Sirmionelugana 2022, AA. VV., antologia del Premio letterario, Swanbook, Desenzano del Garda, settembre 2022, ISBN 979-10-80357, € 11,00.

Hermann Broch, Il ritorno di Virgilio [Die Heimkehr des Virgil]. Due prose inedite in Italia del grande scrittore viennese incentrate sui temi della navigazione e della musica. Il mondo antico, la forza attrattiva del ricordo, l’introspezione psicologica alle soglie della maturità letteraria brochiana coincidente con il periodo dell’esilio. Cura e traduzione di Claudia Ciardi, ISBN 978-88-6226-127-2, Via del Vento edizioni, Pistoia, novembre 2022, € 4,00.

Oltre i ponti del peccato, antologia poetica del Premio letterario nazionale La Gorgone d’oro XXIII, a cura di Andrea Cassisi ed Emanuele Zuppardo, edita da CeSVoP Palermo. ISBN 978-88-6352-132-0, Seristampa 2023.

Antologia del Premio nazionale di arti letterarie “Metropoli di Torino”. Selezione di opere della XX edizione a cura di “Arte Città Amica”, Centro Artistico Culturale, Torino, anno 2023, pubblicazione indipendente.

Antologia del Premio letterario internazionale “Le pietre di Anuaria”. Selezione di opere della I edizione, a cura di SETART – Ideostampa, Colli al Metauro (Urbino), 2023.

Catalogo dedicato ai dieci anni di attività della mostra foto-letteraria “Scatti di poesia” (2014-2023), ISBN 979-12-81199-15-6, Quorum edizioni, Bari, novembre 2023, € 38,00.

Rudolf Borchardt, La nuova Didone [Die neue Dido], cura e traduzione di Claudia Ciardi. Due prose inedite in Italia di Rudolf Borchardt che si iscrivono in un sorprendente percorso biografico e letterario dell’autore, da Pisa alle ville medicee dell’entroterra toscano fino a Brema, rivelando un’inaspettata vicinanza alla città anseatica, e forse proprio a persone che furono in contatto con la pittrice tedesca Paula Modersohn-Becker. Tessitore di culture dalla Russia al Mediterraneo, critico verso il crescente turismo di massa e le sue devastazioni, profondo conoscitore di Dante e dei poeti provenzali, può annoverarsi fra gli ultimi e più affascinanti umanisti del Novecento.
Significativamente, le ricerche su questi materiali sono coincise con i festeggiamenti per gli 850 anni dalla fondazione della Torre pendente di Pisa. Un luogo a cui Rudolf Borchardt ha dedicato la sua principale opera storico-letteraria.
ISBN 978-88-6226-130-2, Via del Vento edizioni, Pistoia 2023-2024, € 4,00.

Antologia del Premio letterario Massenzio (II edizione, San Cesareo, 2023-2024). Il presente volume s’inserisce nell’ambito delle iniziative promosse dai comuni dei Castelli romani e, attraverso il dialogo fra arte e scrittura, intende valorizzare il patrimonio culturale di questo territorio. Edizione stampata dalla tipografia Vincenzi di San Cesareo.

* Le mie traduzioni dal tedesco sono indicizzate presso la
DNB (Deutsche Nationalbibliothek)


* Risultati nel catalogo OPAC SBN

* Altro nella sezione “libri” di «Margini in/versi»:
https://margininversi.blogspot.com/p/i-miei-libri.html

Arte: Klinger, Kollwitz, Modersohn


Mario Bernardi Guardi, “Il sogno e il simbolo nutrono la creatività dell’incisore Klinger”, «Libero», 5 febbraio 2017.

Giorgio Bonomi ne scrive per la rubrica “Spigolature”, su «Titolo», rivista d’arte contemporanea edita da Rubbettino, n.14, estate-autunno 2017.

Ne hanno inoltre parlato sui loro profili e blog, Ofelia Sisca per «Mangialibri», Eleuterio Telese e «Toscana Eventi & News».


Paola Baratto, “Käthe Kollwitz, dal dolore alla responsabilità verso i giovani”, «Giornale di Brescia», 2 gennaio 2018.

Amedeo Anelli, “L’arte, l’uomo, la guerra: i pensieri di Käthe Kollwitz”, «Il Cittadino di Lodi», 8 febbraio 2018.

Rebecca Mais, su “beckyculturecorner.blogspot.com”, 17 dicembre 2018.


Leonardo Soldati, “Diario di Paula Becker. Vita e arte di una pittrice”, «Avvenire», 14 giugno 2020.

Paola Baratto, “Amo l’arte, voglio servirla in ginocchio perché mi pervada”, «Il Giornale di Brescia», 3 febbraio 2019.

Amedeo Anelli, “Quei pensieri sulla vita di una grande pittrice” «Il cittadino di Lodi», 1 marzo 2019.

Ne hanno inoltre parlato sui loro blog e profili, Daniela Distefano («Liberi di scrivere», 29 settembre 2019), Daniela Domenici («Daniela & dintorni», 24 gennaio 2019), Manuela Gatti, Giovanna Gheser, Antonella Lucchini («Mangialibri», ottobre 2019), Gian Ruggero Manzoni («Versante ripido», febbraio 2019), Mary Mazzocchi («Babele letteraria», giugno 2019), Chiara Romanini, Eleuterio Telese.