Scatti di poesia X (Bari 2023)

Bari Vecchia_Plenilunio

Un decennale impegnativo per una mostra fotoletteraria che è tra i fiori all’occhiello della cultura di Puglia. E non solo. Perché in questo cantiere sono confluite voci da tutta Italia, che negli anni si sono alternate e ispirate, in un insieme polifonico di rara intensità nel panorama dell’arte contemporanea.
Creatura, e mi piace dire anche creazione, di Lino Angiuli, festeggia qui un compleanno importante. Summa di tutto il lavoro compiuto fino a questo punto, viene anche a incrociarsi, in virtù di certe sorprendenti traiettorie della numerologia, al centenario della nascita di Italo Calvino. Aggiungo che la benedizione dei numeri – chiamatela cabala o come volete – non si manifesta a caso, ma solo in presenza di intenti sinceri. E guai tradirla!

Dalla prima edizione, commovente lode ai grandi poeti pugliesi novecenteschi, cantori troppo affrettatamente dimenticati, quando non vergognosamente ignorati – cito su tutti, a titolo d’esempio, Vittorio Bodini ma come tacere di Raffaele Carrieri, di Rosella Mancini e di tante altre e altri – il progetto si è rafforzato nelle collaborazioni, trovando slanci sempre nuovi e approdando, nelle ultime tre rassegne, all’omaggio alla triade Dante, Ghirri e Calvino. Vertice e foce in un dialogo fra immagine e parola che ha dimostrato longevità, forte radicamento e capacità attrattiva. 
La riproposta ciclica di una formula all’apparenza (solo all’apparenza) semplice, ha dimostrato che le idee limpide, sorrette dalla chiarezza d’intenti, generano nella pratica un’inaspettata densità di stimoli e contatti.

Essenziale e minimale anche nell’allestimento. Un incrocio di telai bianchi, strutture lievissime che sorreggono fotografie e poesie. Epigrafi fluttuanti, ritratti di paesaggi e di persone riflesse nei paesaggi, affioramenti ed evocazioni.
  
L’inaugurazione della mostra è stata anche l’occasione per riflettere sul comunicarsi della cultura e della creatività oggi. In un tempo di dispersione e distrazione, il lavoro dei creativi è elemento prezioso che rientra nelle buone pratiche del vivere sociale, anzi ne è il maggior collante e aggregatore. Così Lea Durante, nel soffermarsi sulla multiforme disseminazione suscitata proprio dal confronto con l’opera di Calvino, così anche Lino Angiuli nel sottolineare come la conflittualità indotta, voluta che investe le nostre vite, condizionandole, sia qualcosa da fronteggiare e respingere senza tentennamenti, evidenziando il fatto che l’arte sia lo strumento elettivo per disinnescarne il funesto portato. A chiudere, Daniele Pegorari in un discorso letterario e analitico sullo sguardo, ha ribadito l’importanza dell’osservazione, quale preludio e al contempo presa di coscienza nell’esercizio di riflessione, dunque non due momenti distaccati ma atti concettualmente unisoni e altrettanto necessari al compimento della ricerca.

Allestimento di Scatti di poesia_X_Centro Polifunzionale degli studenti (Uniba)_ingresso libero_fino al 10 dicembre 2023

Infine, non poteva che essere celebrata a Bari l’unione ideale fra gli immaginari del sanremese Italo Calvino e le poetiche del visibile invisibile. Una così peculiare e inedita ricomposizione inversa delle immagini calviniane come sottolinea Vincenzo Velati nel catalogo che spiega il progetto, in uno scritto dall’emblematico titolo “Caleidoscopio”, non poteva che essere a Bari; la confluenza fra questi fiumi selvaggi e ancora in larga parte inesplorati di immagini in parole e viceversa. 
Città metafisica per eccellenza, che nelle sere autunnali, alle soglie dell’inverno, scioglie i propri chiavistelli, rompe i sigilli a dimensioni insospettabili, dove le geometrie gotiche abbracciano visioni già appartenute ai sogni, dove a ogni angolo di strada splende una madonnina illuminata, drappeggiata come nell’antichità le antiche mani vestivano gli idoli di casa. Gesti millenari che si ripetono uguali nei vicoli delle città del Sud. Dove tutto, infine, nonostante tutto, profuma ancora di poesia.

Fotografie dell’allestimento_Scatti di poesia_X_Bari 2023
Grazie anche al dottor Francesco Giannoccaro, presente all’inaugurazione di Scatti X, tra i collaboratori delle precedenti edizioni, per aver condiviso con me questa sua opera, un volume elegante e prezioso, testimonianza fotografica e letteraria del tempo sospeso della pandemia. Quelle molteplici incomprensioni e forzature che ancora fatichiamo a spiegare, che tuttora sotto diversi aspetti ci condizionano, e che hanno così a fondo sconvolto la nostra quotidianità, sono affidate a una serie di quartine in cui Francesco ha voluto “fotografare” una memoria sfuggente, bifronte, che vive il paradosso di negarsi per potersi pienamente raccogliere.
Bari_di notte

* Fotografie di Claudia Ciardi ©
(E stanotte una parte di me, il mio nome, sarà in mezzo allo scampanio di San Nicola).

* La mostra “Scatti di poesia” è allestita al Centro polifunzionale degli studenti (ex Palazzo delle poste), in Piazza Cesare Battisti 1, a Bari. Visitabile dalle 9:00 alle 19:00, a ingresso libero, fino al 10 dicembre 2023.

* Il catalogo edito per il decennale raccoglie testi e immagini delle mostre allestite dal 2014 al 2023. “Scatti di poesia 2014-2023”, Quorum edizioni, Bari 2023.

* Ricordo dell’inaugurazione

Scrittura, architettura, linguaggio figurativo


Proseguendo a scandagliare i rapporti tra scrittura e arte – di cui si è dato un saggio nel numero 45 di «Incroci» introducendo ai lavori di ricerca su Paula Modersohn-Becker – offriamo qui un contributo sugli immaginari letterari e artistici nell’Ottocento. Il presente saggio si concentra sul potere curativo che il nesso fra parola, anche nei suoi affioramenti dalle lingue antiche, e creatività è in grado di liberare, e lo fa da un punto di vista assolutamente insolito: il manifestarsi del neogotico nell’architettura piemontese. Entriamo dunque in contatto con un mondo che ha creato strutture per il ricovero, la cura, la ritualità a partire da un’idea sentimentale dell’umano, radicata nel territorio, sollecita nei confronti dell’altro e nella propria autorappresentazione. I progetti qui passati in rassegna non hanno ricevuto stimmate commerciali, non sono figli di mode istantanee ma si inseriscono quali tasselli di una storia, hanno qualcosa da raccontarci. Se ciò li rende in un primo momento, forse, difficili da avvicinare, una volta in sintonia con il loro messaggio scopriamo quanta lungimiranza racchiudano.

Giovanni Battista Schellino, architetto attivo a Dogliani dal 1818 al 1905, ha saputo dialogare con l’inarrestabile avanzata del progresso nella sua provincia senza subirne gli effetti né rimuoverli. Costruzioni come l’ingresso al cimitero monumentale doglianese, l’ospedale, la torre dei cessi, che si vorrebbe ora trasformare in sede museale, secondo un’idea coerente di valorizzazione e accoglienza, ci parlano di un’acuta rispettosa forza creativa, oggi più necessaria che mai.

Lo scritto a firma di Claudia Ciardi è accompagnato da un percorso visivo a cura di Daniele Regis –  responsabile scientifico per il settore architettura di “Il CuNeo gotico” e coordinatore delle attività su “Schellino 200” – che per questo volume ha redatto anche un ampio contributo in cui l’inquadramento storico e critico del neogotico piemontese si distende in un’originale trattazione dei temi dell’igiene e della cura nell’urbanistica del XIX secolo.  

Una trattazione condotta e sviluppata in sinergia con le attività scientifiche del Politecnico di Torino (dipartimento di architettura e design), il lavoro di ricerca prodottonell’ambito degli studi neogotici per “Schellino 200”, il dipartimento di scienze umane dell’università di Bari “Aldo Moro” che ha concepito il progetto “Malattia, parola, città”


Ulteriori rimandi:

Estratto breve del contributo di Claudia Ciardi uscito su «Incroci» n. 46

La taumaturgia dell’arte (su Linkedin)

Presentazione di «Incroci» n. 45 // Ut pictura poësis