Scrittura e arte

Scrittura e arte, arte e scrittura. Due sponde che si chiamano. Un rapporto simbiotico destinato a nuove metamorfosi. 


Interrare i semi, scendere fino all’anima delle cose. Radicarsi in un suolo come alberi nel loro regno. E se il vento li scuote, abbandonarsi restando saldi.
Assecondare la natura, sentirne le cadenze dentro di sé non per ripeterle ma per farsi strumento di creazione. Donare e ricevere. Perché nell’arte va come nell’amore.

Nel segno di Schellino e di Dante


In occasione dell’uscita del volume monografico su Schellino edito da Sagep e per i settecento anni dalla morte di Dante, è in preparazione a Dogliani un’iniziativa culturale di largo respiro che intende porre in dialogo il patrimonio artistico e quello letterario di due epoche in diversi territori. Gotico e Medioevo, il grande poeta fiorentino e le suggestioni che l’epica potente della Divina Commedia hanno creato negli ingegnosi interpreti del neogotico ottocentesco. Un’eco che l’ingresso al Cimitero monumentale di Dogliani con la sua selva di guglie fiammeggianti rimanda con toccante vigore plastico.

Questi allestimenti, i dibattiti che li accompagneranno e i progetti che svilupperanno, auspicabilmente in un periodo libero infine da restrizioni, nel quale la cultura torni a essere condivisa e fruita dal più ampio pubblico, intendono costituire il punctum originis per una serie di iniziative su scala nazionale ed internazionale con centro nelle Langhe, seguendo il percorso già tacciato dalla mappa dei Beni Faro e implementando lo studio e la valorizzazione degli artisti neogotici (architetti, fotografi, letterati) a partire dalle opere di Giovanni Battista Schellino (1818-1905).

Il libro pubblicato quest’anno dalla Sagep completa la trilogia neogotica pianificata da questo editore fin dal 2016, anno dell’uscita di Il CuNeo gotico.
Non solo atti del convegno ma un vero e proprio catalogo d’arte.
È stato oggetto di presentazione il 24 novembre 2021 nell’ambito della IV settimana del Patrimonio alla presenza del curatore Daniele Regis e degli allievi del Dottorato di ricerca in Beni Architettonici e paesaggistici – Castello del Valentino, Politecnico di Torino.

(Dall’intervista di Anna Cavallera a Daniele Regis, «Il Corriere di Saluzzo», 4 novembre 2021)

 «Quali sono state le riflessioni più importanti emerse in occasione del Convegno internazionale dedicato al bicentenario della nascita di Schellino?». (A. C.) 

 «Il convegno aveva un taglio fortemente interdisciplinare: storia dell’architettura e della società, storiografia, rapporti con le arti, valorizzazione e tutela del patrimonio, restauro e tecniche del restauro, archivistica, letteratura, iconografia e fotografia hanno contribuito tutte – nel loro insieme – alla definizione dello stato dell’arte degli studi sul neogotico e del  rilievo assoluto del patrimonio neogotico della Provincia di Cuneo,  stimolando pure l’apertura di nuove prospettive di studio e filoni di ricerca con proposte concrete anche per la costituzione di un Centro internazionale di studi sul neogotico/Fondazione Schellino e di un fondo fotografico con opere di altissimo livello».
(D. R.) 

«Il volume uscito nel 2021 affronta il tema del “neogotico” piemontese inserendolo in un più ampio contesto internazionale, quindi presenta i percorsi diramati nelle diverse discipline artistiche del progetto del CuNeogotico. Può introdurci al tema?». (A. C.)

«È davvero arduo in queste brevi note introdurre efficacemente le diverse traiettorie e interpretazioni. Andrew Graham Dixon offre un sorprendente quadro internazionale ma anche locale con riferimenti al Barocco, Enzo  Biffi Gentili discute dei  rapporti con il neogotico contemporaneo, Daniele Regis sulla storia della storiografia e sui rapporti con le culture alte, Lorenzo Mamino insiste sugli aspetti “vernacolari”, Carla Bartolozzi sulle modalità di valorizzazione del patrimonio in un panorama di comunicazione e fruizione dei beni culturali  mutato, la Soprintendenza – con Silvia Valmaggi – dà misura di un’imponente ricerca, Claudia Clerico e Nelson Lozano ricostruiscono la lunga storia del Cimitero e dei suoi restauri  sino a i giorni nostri, Elisabetta Gabetti racconta la storia dell’archivio Schellino sino all’ultima donazione, Claudia Ciardi attraverso un inedito dialogo fra letterature antiche e manualistica ottocentesca interpreta la sfaccettata personalità dell’autore;  segue poi la ricostruzione della stupenda stratificazione di immagini d’autore su Schellino degli ultimi cinquant’anni . È un taglio che avevo scelto sin dal 1999 mentre lavoravo all’archivio di Roberto Gabetti. Così per cenni, ma lasciamo ai lettori scoprire i diramati percorsi». (D. R.)


La scheda del volume sul sito della casa editrice:

http://www.sagep.it/easyStore/SchedeVedi.asp?SchedaID=2457


Un video ricorda i passaggi salienti della ricerca, omaggio ai lavori sui documenti d’archivio, alle campagne fotografiche, alla cernita di testi e immagini dal 2018 al 2021:

https://www.youtube.com/watch?v=B5Uft37xt1o

#Schellino #Langhe #Dante700 #poesia #arte #fotografia


«Atti e rassegna tecnica» LXXV numero 3, dicembre 2021-giugno 2022, ospita una recensione del volume collettaneo su Schellino pubblicato da Sagep, pp. 108-109

Il buon vento della cultura


La rubrica «Sì, viaggiare» a cura del TG2, in uno speciale sulla città di Pistoia trasmesso il 17 settembre 2021, ha diffusamente parlato del patrimonio culturale cittadino. Ospite anche il direttore di Via del Vento edizioni, Fabrizio Zollo, con un racconto dei suoi trent’anni di attività. 

A questo link la puntata integrale liberamente visibile:
http://www.tg2.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-a54b9a53-fd0c-4a91-a10e-4cfd6b4ee7f2-tg2.html#p

Per gli iscritti a Raiplay:
https://www.raiplay.it/video/2021/09/TG2-Si-Viaggiare-del-17092021-7cb46014-86ba-4676-8b6c-d8148ef96673.html?wt_mc%3D2.app.oth.raiplay_vod_TG2+S%C3%AC%2C+Viaggiare_TG2+S%C3%AC%2C+Viaggiare+del+17%2F09%2F2021.%26wt

Un estratto>>>>

Schellino 200

La copertina della pubblicazione, Sagep Editori, 2021

Al termine di un percorso di ricerca iniziato nel 2018, i cui primi risultati hanno fornito lo spunto per il Convegno internazionale tenuto a Dogliani, celebrativo del bicentenario della nascita dell’architetto-geometra Giovanni Battista Schellino, esce ora il volume collettaneo che espone in rinnovata veste quegli interventi con un significativo ulteriore lavoro di studio e approfondimento nei materiali d’archivio.
Tutti i contributi presenti sono stati sviluppati dai relatori nell’ottica di un rilancio dell’iniziativa che li aveva sollecitati, giungendo a conclusioni innovative e ponendo sul tavolo altri temi di ricerca che potrebbero trovare terreno fertile nella durevole costituzione di un centro studi dedicato al neogotico, con sede in Langa e facente capo proprio alla figura di Schellino, in un doppio respiro nazionale e internazionale.

Non solo manoscritti ma anche apparati iconografici. La pubblicazione è corredata da moltissime tavole a colori che riproducono testi, disegni, schede tecniche, ritratti dei protagonisti di questa variegata avventura delle arti.

Infine ampio spazio alla fotografia delle architetture neogotiche schelliniane, altro importante nodo tematico già toccato durante i lavori del convegno attraverso la mostra che ha accostato gli scatti di Mulas, Gabetti, Regis.
Siamo infatti di fronte a un filone rilevante cui si sono avvicinati i grandi nomi della scuola fotografica piemontese, noti e riconosciuti anche fuori dai confini nazionali.
Durante la presentazione pubblica del volume Roberto Gabetti architetto e fotografo, Il Quadrante-Lindau, 2020, così Daniele Regis ripercorreva per sommi capi lo straordinario caleidoscopio del neogotico e dell’eclettismo nell’obiettivo del proprio maestro:
 
«Ma questa data [1967-‘68] si riferisce solo alle foto realizzate con la Leica.  In verità che la ricerca fotografica gabettiana non si concluda nel ‘68 appare evidente dalla ripresa dell’unico esteso lavoro fotografico pubblicato, realizzato tra il 1970 e il 1972, per un importante apparato iconografico (in contrappunto e dialogo con quello di Mulas) tra immagini realizzate da Gabetti (per quella occasione chiese ad Aimaro Isola di prestargli la sua Hasselblad), disegni e fotografie da archivi storici, scelti insieme ad Andreina Griseri per il volume Architettura dell’eclettismo, e bellissime immagini anche dello stesso Aimaro Isola per tecnica a e composizione, in una mirabile quanto originale narrazione. Non c’è tempo per soffermarci ma la storia è raccontata nel volume in corso di stampa Neo-Gothic Cuneo. Giovanni Battista Schellino per i tipi Sagep (e in modo esteso nel Giovanni Battista Schellino di Celid del 2006).
Ecco dunque che con l’architettura dell’eclettismo si conclude come in un’epifania la ricerca di Roberto, dopo i primi approcci umanisti, il nuovo sguardo umanista sull’architettura e lo straordinario e maturo progetto iconografico sull’architettura dell’eclettismo; tutto in fondo aveva preparato una nuova stagione che si aprirà proprio alla fine degli anni ’70 ancora insieme ad Aimaro con una meravigliosa sequenza di progetti, di architetture deliziose, così belle, vissute, amene, così ricche di relazioni con quelle idee, mestieri, usi, elementi di vocabolario, paesaggi, ambienti, geografie, situazioni, che aveva indagato con tanta passione e perizia artistica, come una sintesi mirabile alla fine di tutte le sue immagini». (Daniele Regis, presentazione dell’archivio fotografico di Roberto Gabetti, Torino, maggio 2021)

Si tratta di argomenti che significativamente hanno dunque alimentato imprese editoriali memorabili destinate a restare come pietre miliari nel cammino degli studi e delle incursioni fotografiche su questi temi.

Altre notizie qui:

Gotico e montagne

Sagep Editori: trilogia neogotica

Estratto della cartella stampa per Schellino 200

Per Schellino 200, affiancata da Carla Bartolozzi (pisane ostinate nel mondo!). Un bel momento che adesso torniamo a celebrare grazie all’uscita del volume collettaneo edito da Sagep, Genova, 2021

Giovanni Battista Schellino (1818-1905), autori vari, Sagep Editori, 2021
ISBN: 978-86-6373 -973 -6, € 30,00.

Prove teatrali: Heinrich Mann e Stefan Zweig


L’articolo di Rebecca Mais su «Oubliette Magazine», 29 luglio 2021.

Giulia Siena “Il Tiranno: Heinrich Mann osservatore del suo tempo” su «Chronica Libri», 26 gennaio 2018.

Ne hanno inoltre parlato Daniela Distefano su «Liberi di scrivere» e «Toscana Eventi & News».


Daniele Abbiati, “La recita a soggetto di Stefan Zweig”, «Il Giornale», 2 agosto 2019.

Leonardo Soldati, “Un dramma di Zweig al tramonto dell’impero”, «Avvenire», 24 maggio 2020.

Ne hanno inoltre parlato sui loro blog e profili: Sonia Argiolas «Mangialibri», Daniela Distefano «Liberi di scrivere», Rebecca Mais «Beckyculture.com», Gian Ruggero Manzoni, Mary Mazzocchi «Babele letteraria».

In cammino: Lou Andreas Salomé


Ho ampiamente contribuito alla scoperta e alla divulgazione delle prose letterarie inedite in Italia di Lou Andreas Salomé con i racconti Una notte, Lungo il cammino (Via del Vento edizioni), Questo più umano amore (Tre racconti/ Stampa Alternativa), dalla raccolta Menschenkinder.

Luigi Mascheroni, “In Via del Vento soffia sempre grande letteratura”, «Il Giornale», rubrica “Libri e classifiche”, 29 maggio 2016 (Sul racconto inedito “Lungo il cammino”).

Amedeo Anelli, “Il cammino narrativo di Lou Andreas Salomé”, «Il cittadino di Lodi», 2 giugno 2016 (Sul racconto inedito “Lungo il cammino”).

Enzo Cabella, “Una notte. Via del Vento porta in libreria l’inedito del Novecento”, «La Nazione»/Lo scaffale, 4 luglio 2015 (Sul racconto inedito “Una notte”).

Franco Benesperi, “Una notte di Lou Andreas Salomé”, settimanale «La Vita», 18 settembre 2016 (Sul racconto inedito “Una notte”).

Marianna Zito, “Questo più umano amore di Lou Andreas Salomé”, «Modulazioni temporali», 13 giugno 2018 (Sulla raccolta di inediti “Questo più umano amore”)

Si vedano infine gli articoli di Maurizio Pallavicini (sul blog «Aurelius-Immagini») e Alessandra Farinola («Mangialibri») per i tre racconti inediti contenuti in “Questo più umano amore”.

Gotico e montagne


Gotico/Neogotico – Convegno Internazionale per il bicentenario della nascita di Giovanni Battista Schellino.

«Il Giornale dell’Arte», numero 392, dicembre 2018. Due pagine dedicate al Convegno Internazionale per i duecento anni di Schellino. Articoli di Andrew Graham-Dixon e Daniele Regis.

Paola Scola, “Omaggio al geometra artista che portò le guglie in Langa”, «La Stampa», 1 dicembre 2018.

“Si celebrano i duecento anni dalla nascita di Giovanni Battista Schellino”, «Corriere.net», settimanale della Langhe, a cura della redazione, 30 novembre 2018.

“Dogliani: anche Andrew Graham-Dixon della BBC al convegno internazionale sullo Schellino”, «Provincia Granda/Gazzetta di Mondovì», settimanale, 30 novembre 2018.

Mattia Clerico, “Due giorni internazionali sulle opere dello Schellino”, «L’unione monregalese», 29 novembre 2018.

La notizia dell’evento è stata inoltre riportata sul bollettino della Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo, 1 dicembre 2018.

La mia scheda
di relatrice
al convegno /Dogliani 1818-2018



Architettura e montagna/ Arte e montagna – Convegno Internazionale promosso da Daniele Regis (Politecnico di Torino, settembre-ottobre 2017)

Su PolitoComunica una dettagliata segnalazione dell’iniziativa (si rimanda al link precedente).

Daniele Regis, “Nove mostre e un convegno a Paraloup”, «Archalp», sezione “eventi”, numero 14, dicembre 2017, pagine 108-110.

Un’ampia brochure sull’evento ha documentato le sue diverse articolazioni. Sulla mia mostra si veda “Il piccolo Tibet delle Apuane”, parte I, parte II.

Taccuini giapponesi


Circa dal gennaio 2014 ho iniziato a disegnare montagne. Per la maggioranza schizzi ma pure rese più elaborate che talora sviluppano l’idea tracciata in velocità su carta durante alcune escursioni. La serie dei cosiddetti “Taccuini giapponesi” è il frutto di questa avventura dell’immaginazione.

Dal taccuino giapponese I (Le prime montagne)

Dal taccuino giapponese II (Il grande alone bianco della sera)

Dal taccuino giapponese III («Sulle montagne, là ci si sente liberi»)

Dal taccuino giapponese IV («Mio blu – dicevi – mio blu»)

Dal taccuino giapponese V (Boccadarno, Versilia, arcipelago toscano)

Dal taccuino giapponese VI (Attraverso le Alpi Apuane)

Dal taccuino giapponese VII (Capraia, l’isola-monte)

Dal taccuino giapponese VIII (Visioni dall’Appennino)

Dal taccuino giapponese IX (Profili della Costa Verde, Corsica)

Dal taccuino giapponese X (Omaggio alle Alpi di Cuneo)

La pietra e il sogno


Dalla serie “La pietra e il sogno”, inaugurata con “La danza delle montagne”, sui Monti Pisani e l’area golenale dell’Arno (estate 2018 e inverno 2019), a memoria dell’incendio che ha devastato il Monte Serra; 700 persone evacuate tra Calci e Vicopisano nelle ore dell’emergenza e 600 ettari di bosco andati distrutti.

Il secondo ciclo dal titolo “Un passaggio di nuvole e di ombre” raccoglie alcune impressioni in Alta Val di Susa e nel ponente ligure (primavera-estate 2019). Dalla quiete enigmatica e siderale della cime alpine innevate in primavera, quando chiudono gli impianti, alla fierezza della natura non toccata dal turismo estivo. Trovando ispirazione nelle atmosfere di alcune carte inchiostrate da Victor Hugo, oltre che nel panteismo in versi di Konstantinos Kavafis e di Marina Cvetaeva, con un estratto dal “Poema della montagna”.

Prove a matita e inchiostri fra Sestriere, Monginevro e Alta Provenza. E ancora, i giochi di luce sulle montagne intorno a Ormea, in riva al Tanaro, ascoltando il respiro dei Sacri Montes.

Si arriva all’improvviso accanto a certe piante, capita di sfiorarle cosicché si fanno conoscere all’aroma prima ancora che all’aspetto: Sacri Montes (II)